mercoledì 26 settembre 2012

20 Whisper street- ep.11


L'idea mi venne quella mattina, poco dopo essermi svegliata. Il giorno prima, dopo che Will era venuto a cambiarmi le bende, avevo abbandonato la borsa ai piedi del letto e mi ci ero lasciata cadere. La notte era stata orribile, e ormai sbadigliavo così tanto che a volte mi sembrava che stavo per slogarmi la mascella.
Chiamai Chris e Pearl e gli diedi appuntamento a casa mia per le due, dopo pranzo. Faceva caldo, quindi misi un paio di pantaloncini.
Non appena vidi le mie amiche, gli comunicai la mia idea.
Andiamo al cimitero.”
Loro si mostrarono soddisfatte.
Finalmente sei di nuovo te stessa.”
Il cimitero di Ghostly Village era bellissimo. La parte vecchia era piena di tombe monumentali, con statue di angeli, di Madonne, o della persona sepolta lì. Oppure c'erano croci celtiche e cripte dedicate a una sola famiglia. Nei tempi recenti, alcune persone attratte dallo strano nome del villaggio erano venute apposta a farsi seppellire lì. In ogni caso, da quando avevamo quattordici anni, ci piaceva andarci. Una volta, ad Halloween, avevamo anche provato a farci chiudere dentro, ma il guardiano ci aveva trovate nascoste dietro a una lapide. Era stato un vero peccato.
Con un po' di difficoltà (la gamba mi faceva ancora male) arrivammo al cimitero. Sembrava che Pearl e Chris mi avessero perdonata. Mentre passeggiavamo tra le vecchie tombe, parlavamo di provare di nuovo a farci rinchiudere dentro.
Sii...” disse Pearl, muovendo il braccio con cui teneva la sigaretta. “Poi, a notte fonda, mentre noi staremo gironzolando tra queste vecchie pietre...suoneranno dal campanile della chiesa i dodici rintocchi di mezzanotte...e d'un tratto...vedremo le tombe aprirsi, e al chiarore della luna distingueremo delle braccia scheletriche, seguite da corpi morti...scheletri, ragazze!! E a questo punto, tutti i morti si metteranno attorno a noi...uno ci si metterà davanti e dirà...'Non si bussa più?'”
Ridemmo tutte fino quasi a soffocare. Quanto era divertente l'humour nero di Pearl. Risi così tanto che non vidi neanche dove mettevo i piedi. Urtai qualcosa di duro e caddi.
Col cavolo!”
La gamba ferita cominciò a farmi di nuovo malissimo. Strinsi i denti per non urlare. Chris e Pearl mi si misero attorno.
Oh...no. Mi sa che hai rotto qualche punto...”
Guardai la fasciatura. Merda. Si stava imbevendo rapidamente di sangue. Cominciai ad avere il capogiro.
Aiutatemi ad alzarmi, portatemi da Will” dissi loro.
Ma proprio mentre loro mi prendevano per le braccia, i miei occhi distinsero qualcosa.
Aspettate!”
Rimasi inginocchiata. Davanti a me, c'era una lapide. E sulla lapide, il nome sembrava quasi famigliare, nonostante le lettere fossero sbiadite. Era la parte più vecchia del cimitero, lì c'erano anche le tombe dei suoi primissimi abitanti, coloro che lo avevano fondato. Strinsi gli occhi per tentare di capire. N..Na...Nat...non riuscivo a distinguere altro del nome. E poi, del cognome si distinguevano le prime quattro lettere. Hash. Guardai anche la data di nascita e di morte.
1843-1860
Cazzo. Quella persona era morta a diciassette anni.
LILY!”
Mi scossi e guardai a terra. Oddio. Le garze non riuscivano più ad assorbire il sangue, che ora colava a terra. Una nuova fitta di dolore mi fece soffocare un urlo.
Andiamo.”

Quella cosa chiamata amore

E' come una dolce poesia
che ti viene sussurrata all'orecchio,
Il gioco di due farfalle che s'inseguono
nel cielo azzurro di un giorno d'estate.
E' il calore di un fuoco
in una fredda sera invernale,
quando il buio vorrebbe bussare alla tua porta
ma non osa,
lo sente questo ardore.
E' la carezza del vento
quella cosa chiamata amore,
Come il vento può andarsene veloce
e può essere così forte che non ti reggi
più in piedi,
ma che duri o venga spazzato via
da qualche parte
quel calore rimane
così da scaldarti nei momenti di solitudine.

sabato 22 settembre 2012

Scuse, avvisi eccetera...

S-C-U-S-A-T-E!!!!!!!!
Non ho pubblicato la puntata di 20 Whisper street mercoledì...scusate ancora. Ma quel giorno non ho proprio avuto connessione internet. Avrei voluto pubblicarlo giovedì, durante l'ora di religione, ma ho avuto un contrattempo: infatti la segreteria ha trovato normale di stampare i fogli con il nome di quelli che non la fanno un pochettino in ritardo e mi è stato impedito di uscire dalla classe. Mi sono un arrabbiata, infatti ho chiesto pure scusa alla povera prof,  e, dopo aver letto due capitoli di "L'altra donna del re" aspettando che l'ora finisse sono scesa in segreteria dove la segretaria mi ha mostrato che li stava facendo proprio in quel momento...
Comunque, la scuola è ricominciata. Tutto sommato anche abbastanza bene, almeno per me. Non vedevo l'ora che il 17 settembre arrivasse. Voglio finirla, non la sopporto più. La mia nuova classe è carina, molto...come dire, rilassata. La mattina prendo l'autobus insieme ad A, ed è molto piacevole cominciare la giornata con una bella chiacchierata. A. sta dietro di me in classe, come vicino di banco invece o F, che è una testa in matematica, quindi me lo tengo stretto!!!!! Gli ho già detto che lo sfrutterò tantissimo, e mi sono beccata uno sguardo di disapprovazione dalla sua ragazza, che altro non è che una delle mie più care amiche!!!!! XD
A parte gli scherzi, voglio anche avvertirvi che l'inizio della scuola coincide anche con una mia presenza saltuaria sul blog. Lo ripeto: non ho internet a casa, abito in un buco dove non c'è telefono fisso e il cellulare non prende, quindi le uniche volte in cui potrò scrivere un post saranno quando andrò da mia nonna e durante l'ora di religione in biblioteca. Mi scuso anche per i vostri post, che di sicuro commenterò poco... :(
A scuola ho cambiato sei professori su nove. Mi piacciono praticamente tutti, però sono in lutto per storia dell'arte. Io adoravo letteralmente la mia professoressa degli anni passati. Ci sono rimasta di un male...e anche gli altri della mia classe. Stiamo tutti dicendo che vogliamo di nuovo lei!!! :(
Per il resto...non molto. Ultimamente ho la mania degli orecchini e delle meches...che poi ho notato stanno diventando di moda, ma di quello me ne frego. Comunque, sto cambiando orecchini tre volte a settimana (ora due farfalle nei buchi dei lobi e un brillantino celeste sul bordo, cioè il piercing...ohia, non so come chiamarla quella parte dell'orecchio!!!) Appena ho abbastanza mi voglio fare un altro buco al lobo sinistro...spero di non scatenare reazioni tipo l'ultima volta. Per un mese mia madre mi ha ripetuto "Ma che bisogno c'era di farsi un altro buco?" Come se fossi ancora una ragazzina. Però io la penso così: l'orecchio, insieme ai capelli, è l'unica parte del nostro corpo che possiamo modificare senza fare grossi danni. Quindi, se ci piace, perché non farlo?
Vabbeh, a parte questa infantile discussione, nulla di più. Studio. Mi sto sentendo secchiona. Ma ho così tanta voglia di andarmene da quella scuola che non m'importa.
Ci sentiamo presto, spero!

P.S: un'ultima cosa...grazie mille ad Esmeril per essere diventata mia lettrice fissa!! Però...perché nella Home mi dice che ho 25 lettori fissi e io ne conto 23?? Merci!

20 Whisper street- ep. 10


Dai, andiamo.”
Chris non vedeva proprio l'ora che arrivassimo a casa sua. Ma io non potevo sforzarmi più di tanto. Avevo provato a prendere un lungo bastone per aiutarmi a camminare, ma non serviva a granché. Quindi, lo avevo lasciato a casa, dove Jane si stava finalmente occupando di Violet e Rose.
Avanzammo fino ad una piccola casa fuori dal villaggio. Chris abitava davvero isolata, per scelta. Era l'unica persona di Ghostly Village a non aver mai conosciuto suo padre. E questo, oltre che all'eccentricità di sua madre, ne era il motivo.
La casa aveva tegole rosse, ed era attorniata da un lussureggiante giardino in cui crescevano diverse piante, tutte medicinali. Sicuramente le coltivava tutte sua madre per confezionare i prodotti erboristici che poi vendeva nel suo negozio.
Chris aprì la porta.
Mamma, siamo qui” disse cupamente. Non la biasimavo. Si vergognava tantissimo.
Da una stanza laterale, comparve sua madre. Si chiamava Helena. Aveva sessantasei anni. Ma non li dimostrava. I capelli erano ancora biondi e ricci, tirati indietro da una fascia arancione. La pelle era poco rugosa ed elastica. Indossava una camicia a quadri rossa e nera, e pantaloni scuri. Ripensando alla sua età, mi ricordai che uno dei motivi per cui al villaggio non era ben vista era il fatto che avesse avuto Chris molto tardi, quando di solito una donna non può più avere figli.
Buon pomeriggio, ragazze” disse. “Christabel, porta le tue amiche in soggiorno. Vi ho messo i biscotti sul tavolo.”
Chris arrossì fino alla radice dei capelli. Detestava essere chiamata col suo nome completo. Ci portò nel soggiorno, senza dire nulla. Sua madre ci seguì. Notai che mi fissava. Tentai di non farci caso.
Era una stanza grande. Il pavimento era ricoperto da un tappeto, c'erano due divani l'uno di fronte all'altro e nel mezzo un tavolino, su cui era posato un vassoio con dei biscotti fatti in casa. Quando entrai, notai che c'era un camino. Guardai la parete sopra. Mi fermai, ammutolita.
Sul muro, era appeso un grande quadro. Raffigurava un giovane alto e magro, con lunghi capelli biondi, vestito di panni bianchi. Era in piedi, di tre quarti. E assomigliava...a Nathaniel. Era uguale a lui nella foto che avevo preso nella casa.
Fissai il quadro a bocca aperta. No. Era sicuramente qualcuno che gli assomigliava. Ma comunque...che coincidenza.
Lily, non vieni a sederti?”
La voce di Chris mi riscosse. Lei e Pearl erano sedute l'una accanto all'altra sul divano alla mia destra. Sua madre, era in quello di sinistra. Mi fissavano tutte. Ma Helena sembrava davvero interessata alla mia espressione.
Ehm...si.”
Mi sedetti accanto a Pearl, posai accanto a me la borsa a tracolla che avevo portato e afferrai un biscotto, imbarazzata. Era davvero buono, però.
Rimanemmo in un silenzio pesante per un po'. La presenza di Helena metteva soggezione. Il mio occhio cadde di nuovo sul quadro. Ma da dove...
Dove abiti esattamente, Lily?” chiese d'un tratto la donna.
La guardai, sbalordita. Si stava rivolgendo a me?
Al 18 di Whisper street” risposi.
Oh...la mia vecchia casa!”
Sgranammo tutte e tre gli occhi. Era evidente che neanche Chris sapeva che sua madre aveva abitato nella mia stessa casa. Però...era strano.
Eh, si. Ho abitato in Whisper street fino a i miei quindici anni. Poi, nel 1961, ci trasferimmo in città. La gente già allora mormorava su di me...e i miei genitori non riuscivano a sopportarlo.”
Io intanto, riflettevo.
E...se non sono indiscreta, dov'era la sua camera da letto?” chiesi.
Lei sorrise. Aveva l'espressione compiaciuta, come se fosse felice che le facessi quella domanda.
Al secondo piano nella stanza di destra.”
Dunque anche lei, quando guardava dalla finestra, vedeva il numero 20.
Bene, venite in camera mia” disse Chris. Accettammo l'invito.
La sua camera era piccola, con un letto e un computer. Accanto, c'era una custodia di chitarra. Chris chiuse la porta.
Perché le hai parlato?”
Si era messa a gambe larghe, con le mani sui fianchi. Sembrava infuriata. Io aggrottai la fronte.
Beh...mi sembrava corretto.”
E da quando in qua tu fai qualcosa di corretto?”
Anche Pearl mi guardava come se non avessi agito bene. Sospirai.
Scusate.”
Passammo il resto del pomeriggio a chiacchierare.
Alle sette, decisi di tornare a casa. L'atteggiamento che avevano avuto con me Chris e Pearl mi disturbava. Cosa avevo fatto di male? E poi, loro non capivano. Gli avevo solo accennato di Nathaniel, e non avevo osato raccontargli delle strane cose che vedevo in quei giorni. Il fatto era che avevo paura. Avevo paura che qualcuno mi portasse dal medico e che si accorgessero che non prendevo le medicine. Avevo paura che tutto-il camion, l'immagine nello specchio che oscillava, il cane, la faccia che avevo visto alla finestra-, che tutto ciò che avevo visto in quei giorni fossero allucinazioni. E quindi, non ne avevo parlato praticamente con nessuno. Tranne che con Nathaniel.
Dopo aver salutato le mie amiche, scesi di nuovo in salotto. Dissi “arrivederci” e aprii la porta.
Aspetta!”
Helena mi raggiunse.
Ti stavi dimenticando la tua borsa.”
Oddio...era vero! L'avevo lasciata sul divano, quando ero salita in camera di Chris. La presi.
Grazie.”
E poi, voglio darti questi”. Mi mise in mano qualcosa. Era una boccetta, e all'interno c'era una cosa rossa. “Sono petali secchi di papavero spezzati. Mettili in acqua calda per almeno dieci minuti, poi bevi la tisana. Ti aiuterà a dormire bene. Hai la faccia di una che non lo fa da giorni. E poi, così farai anche dei bei sogni!” Sorrise.
Ehm...sa, Helena, io normalmente non dovrei prendere droghe...”
Ma questa non è una droga, infatti” disse lei. “Sai, Lily, le piante, come anche il papavero, possono essere utilizzate con diversi scopi, benefici o malefici. E quello che ti ho appena detto è il giusto modo di utilizzare il papavero. Poi, gli uomini ne hanno pervertito i benefici, creando l'oppio.”
Sembrava convinta di ciò che diceva. Guardai ancora la boccetta. La misi nella borsa.
Va bene. Grazie.”
Uscii. Mentre andavo verso casa, mi accesi una sigaretta. Mi accorsi che era da giorni che non fumavo. Come avevo fatto?
Quando arrivai, Violet e Rose ridevano felici in giardino mentre Jane leggeva sull'erba un giornale di gossip. Mi raggiunsero.
Mamma e papa hanno chiamato!” Violet era raggiante. “Saranno qui tra due giorni al massimo!”
Davvero?”
Ero stranamente felice anch'io. Che fosse perché volevo liberarmi di Paris Hilton?

sabato 15 settembre 2012

Premio Shawqui

Antonella del blog Il tempo ritrovato mi ha assegnato il premio Shawqui... GRAZIE!!!
Le regole sono queste:

1. Rispondere sempre (o quasi) ai commenti.
2. Ringraziare quando si riceve il premio. GRAZIE ANTONELLA!!!!! XD
3. Non abbandonare il blog per parecchio tempo senza avvertire chi ci segue.
4. Dedicare un'immagine a chi ci ha assegnato il premio.

Ad Antonella dedico questa immagine:


Spero proprio che ti piaccia!!! :)

5. Inserire una o più immagini che ti rispecchiano:


Questa qui dice tutto...lunedì inizia la scuola e...per la prima volta ci andrò in autobus!!!


Ma non riesco a non guardare al passato...

6. Inserire i nomi di quattro blogger che rispecchiano questi requisiti. Assegno il premio a:

     Sheryl di Vola Solo Chi Osa Farlo
     Elisa di Lacrime di carta e Inchiostro
     Anto di Un Cielo di Pensieri
e infine ad Ilsa (wow, hai cambiato nome e grafica!!! XD) si Fly Away


Grazie ancora, Antonella!!!

Si comincia



Dopodomani, comincia il primo round. Forza, venite avanti, provate a colpirmi. Stavolta non ho dimenticato i guantoni.


mercoledì 12 settembre 2012

20 Whisper Street-ep. 9


L'indomani mattina, fui svegliata dal solito sonno agitato da un rumore molesto. Ci misi un po' a capire che era un asciugacapelli. Ero intontita. Nel sogno, questa volta, mi era sembrato di intravvedere qualcosa. Come dei volti, ma molto sfocati. Ero sicura che, se non mi fossi svegliata, lo avrei capito. E invece...
In ogni caso non ero sola ad essere sveglia. Quando, dopo aver zoppicato fino alla porta, la aprii, vidi che anche Rose e Violet fissavano la porta del bagno imbronciate. E poi, ne uscì la mia biondissima cugina, con il corpo magrissimo e la camminata come se fosse in perpetua sfilata di moda. Sembrava una barbie. Sembrava Paris Hilton.
Vi ho svegliate?” chiese.
Ci guardammo tutte e tre.
No” dissi ironicamente.
Oh, temevo di si!” disse ridendo e andando in cucina.
Passai la giornata seduta sull'altalena in giardino con Violet e Rose mentre Jane guardava reality show alla TV. Alla fine mi chiesi perché diavolo era venuta da me se poi non si occupava delle bambine. A metà del pomeriggio, arrivò Will, con una valigetta.
Ciao!” mi salutò.
Ciao.”
Le mie sorelline cominciarono ad assumere un atteggiamento da chiocce. Ma Will non facevo caso a loro. Era più interessato alla sua paziente, cioè io. Yeah!
Vedo che hai ricominciato a camminare” sorrise.
Si, beh...mi fa ancora male. Ma per il resto va abbastanza bene.”
Il muscolo deve riprendersi” disse con professionalità. “E poi, hai perso sangue e materia.”
'Materia'. Bleah!
Senti...” sapevo che mi avrebbe negato ciò che stavo per chiedergli, ma volevo provarci.
Potrei prendere degli antidolorifici?”
Will mi guardò con compassione.
Mi dispiace, ma è meglio di no. È passato troppo poco tempo, e rischi di diventarne dipendente.”
Come immaginavo.
Chi è?”
Jane si affacciò dalla porta.
Oh...ciao, Will!”
Lui sollevò appena lo sguardo.
Ciao. Magari è meglio che ci spostiamo in casa per cambiare la fasciatura.”
Ok.”
Aspetta, ti prendo io, così non ti sforzi.”
E mi ritrovai tra le sue braccia. Fu un piacere pensare che in quel momento tutte le persone che mi stavano guardando mi invidiavano.
Will mi posò sul divano, sollevò il tessuto del pantalone e cominciò a togliere le bende e la garza. Quando ebbe terminato, fu come avevo previsto. Un pugno allo stomaco. C'era un lungo taglio su tutto il polpaccio. Lì dove Will aveva messo i punti, ebbi la strana impressione che fosse come un salame. Distolsi lo sguardo. Oddio, la mia gamba!
Quanto resterai qui, Will?” chiese Jane avvicinandosi.
Oh, no, non adesso.
Tre settimane” rispose lui, cominciando ad estrarre dalla valigetta la garza.
E come va all'università?”
Bene, grazie. Dovrei laurearmi entro la metà dell'anno prossimo.”
Oh, bene! Così potrai tornare qui, e magari aprire un ambulatorio tutto tuo...”
A dir la verità spero più in un posto in città.”
Meglio!” Jane gli era quasi addosso, e lui mi stava sistemando le garze sulla gamba.
Così magari potremmo vederci e...”
Scusa se ti interrompo, Jane, ma sto curando Lily, e non voglio sbagliare niente.”
Ok”. Jane si alzò e se ne andò, offesa. Io sospirai di sollievo.
Finalmente, gli chiesi la domanda che mi assillava dal giorno prima.
Mi resterà una cicatrice, vero?”
Lui cominciò a estrarre le bende.
Si” disse alla fine. “Non so ben dirti quanto sarà evidente, ma una cicatrice di sicuro resterà.”
Abbassai il capo. Col cavolo!
Tranquilla” disse per confortarmi, mettendomi una mano sulla spalla. “Non si vedrà molto, te lo prometto.”
Si alzò. Aveva finito.
Mi dispiace che ora tutto il villaggio ne parli. Deve essere difficile per te essere di nuovo al centro dell'attenzione.”
Oh, quello era inevitabile” dissi laconica.
Già...hai capito perché spero in un posto all'ospedale?”
Si...”
Alla fine, avevamo la stessa voglia di fuggire, io e Will.
Ah...quella ora penso che te la puoi togliere” disse indicando la benda sul braccio. Me la tolse lui. Il mio braccio, fortunatamente, sarebbe guarito senza problemi. La pelle era stata strappata via dall'asfalto per tutto l'avambraccio, ma per il resto, non sembrava così grave.
Quando venne la sera, Jane si degnò almeno di preparare la cena. Surgelati.
Quella sera faceva un po' più caldo del solito. Mi misi un paio di pantaloncini. Chi se ne fregava se si vedeva la fasciatura, dopotutto. Non era ancora completamente calata la notte. Per la prima volta dopo tre giorni, decisi di andare in strada. Chissà perchè, da quando avevo avuto l'incidente la temevo. Guardai a sinistra e a destra. Era deserta. Come sempre la sera a Ghostly Village. Volevo fare Whisper street avanti e indietro. Zoppicando, mi avviai.
Non ero arrivata neanche a metà strada, quando sentii delle risate e Justin Corbett e la sua banda al completo svoltarono. Ovviamente, mi videro subito. Cazzo.
Guarda un po' chi si vede, Lily Byrd, ed è viva!”
Gli altri risero. Io rimasi immobile. Ma perché ero così sfigata?
Ciao, Corbett.”
Sai, stavo pensando, Byrd...”
Tu pensi?” gli chiesi, interrompendolo. Nonostante continuò a parlare, Justin fu visibilmente irritato, e io ne gioii.
Dicevo, quella cosa che mi hai detto alla festa di Ticknor...che mi avevi visto schiacciato da un camion. Magari hai davvero visioni profetiche...solo che al posto di te, ci vedi gli altri.”
Gli altri sghignazzarono dalle risate. Io ero furibonda. Avevo permesso a mia cugina di entrare in casa mia. E ora Justin Corbett, la persona che più detestavo al mondo, stava scherzando su di me.
Sei fortunato, Corbett, perché ho una gamba fuori uso. Altrimenti, anche se hai tutte le tue guardie del corpo a proteggerti, non so se avresti ancora le palle.”
Ohoho! Ma guarda che coraggio! E sai cosa succede se lo fai, Byrd? Sbarcano a casa tua i poliziotti e ci trovano una bella sorpresina.”
E come fai ad esserne sicuro?”
Beh...non ci vuole molto a scavare una piccola buca nella sabbia delle tue sorelline...sai che i cani hanno un ottimo odorato?”
Gli altri risero. Io mi morsi il labbro fino a farmi male.
Vattene” dissi dura, e girai i tacchi.
Ero infuriata. Se solo avessi potuto correre! E invece no, zoppicavo, e se anche solo ci avessi provato avrei riaperto la ferita, e il sangue sarebbe di nuovo colato, rendendo inutile il paziente lavoro di Will. E avevo male, col cavolo! Le lacrime di rabbia cominciarono a rigarmi il viso.
Perché sei triste?” disse d'un tratto una voce gentile.
Mi girai. Lì, vicino ad un albero, c'era Nathaniel.
Oh...qualcuno con cui parlare. Ecco di chi avevo bisogno. Mi avvicinai, e mi sedetti accanto a lui, sulla corteccia. Senti che il trucco cominciava a colare.
Io...ne ho abbastanza. Vorrei tanto non essere stata investita! Perché sono andata in mezzo alla strada?!”
Chi erano quei villani ragazzi?” chiese.
Il suo modo di parlare mi fece già sentire meglio.
Niente...solo...”
Volevo parlare. Anche di quella cosa. Feci un gran respiro. E mi buttai.
Due anni fa, ebbi un'idea. Mi annoiavo di tutto. Così, un giorno, scesi in città e comprai della droga. La consumai e la trovai sensazionale. Cominciai a consumarne sempre di più. E anche a spacciarne, in un villaggio vicino. Cominciai ad avere delle allucinazione. Vedevo cose stranissime, immagini fisse che cominciavano a muoversi, un giorno il cielo fu rosso, luci e altre visioni che non esistevano. E un giorno...Justin Corbett, quel ragazzo, mi vide. Andò dalla polizia a denunciarmi. E mi arrestarono.
Fui condannata ad avere un braccialetto elettronico alla caviglia per sei mesi. Ma il peggio fu quando mi fecero la visita medica.
La droga mi aveva mezzo spappolato il cervello. Anche quando non ero sotto il suo effetto, avevo allucinazioni. Ed erano sempre più terribile e realistiche, perché mi mancava qualcosa. Vedevo mostri, diavoli, una volta vidi anche la morte. Era terribile. Il medico disse che ero in uno stato disperato. E così, mi diede da prendere delle medicine.
Era ancora peggio. Certo, non avevo più le visioni. Ma quelle pillole mi mettevano sempre di pessimo umore. Ero suscettibile, e a volte non mi rendevo neanche conto di quel che facevo. Non riuscivo a dormire di notte e così mi addormentavo sempre durante la giornata.
Ovviamente, qui ero guardata malissimo. La gente mormorava, tutti sapevano che mi ero drogata e che avevo spacciato. A scuola era anche peggio. Tranne le mie due migliori amiche, nessuno mi parlava, e se lo facevano era per provocarmi. Idem con i professori.
E così, un giorno, ci fu quella lezione di storia. Il professore sbatté la mano sul banco e mi disse: 'Sveglia Byrd, sei in classe o nel tuo bel mondo immaginario?'
La classe intera scoppiò a ridere. E io non ci vidi più. Sollevai il banco e lo feci cadere. Tirai un pugno al professore e cominciai a tirargli calci, con sempre maggior furia. Alla fine, tre ragazzi mi bloccarono e mi portarono in infermeria, dove mi somministrarono altri calmanti.
Il professore sporse denuncia. Fui sospesa da scuola per tre settimane, e condannata ad altri tre mesi di braccialetto elettronico per aggressione. E i miei dovettero rimborsagli le spese mediche. Gli avevo rotto il naso e incrinato due costole. E poi, con una cosa del genere alle spalle, ovviamente non esitarono a bocciarmi. Non servì a nulla che i miei spiegassero che le medicine che prendevo erano pesanti. Lo fecero e basta. Ecco, questo è quello che è successo.”
Nathaniel mi fissava. Aveva uno sguardo strano.
Prendi ancora quelle medicine?” chiese.
No. Ho smesso due mesi fa. Di mia volontà. Ancora una volta, mi stavano uccidendo.”
Per una frazione di secondo, un sorriso gli illuminò il volto. Ma poi, come era venuto, scomparve.
Parlami della tua famiglia.”
Obbedii. Non sapevo perché, ma mi sembrava che Nathaniel fosse il perfetto confidente. Con lui mi sembrava normale parlare di quelle cose che non confidavo a nessuno e che gli altri sapevano solo perché erano dei ficcanaso.
I miei...beh, lavorano assieme. Si sono conosciuti perché dovevano presentare un progetto all'estero insieme. Ebbero successo, e da allora fecero coppia fissa al lavoro e nella vita. Poi sono nata io...e sembrava che fosse tutto normale. Ma sei anni fa...beh, non so cosa gli è preso. Avranno avuto una crisi ormonale, e sono nate le mie due sorelle. Ho cominciato a detestarli. Io stavo benissimo quando ero figlia unica, non puoi farmi una cosa del genere. E poi, guarda i nomi che ci hanno dato. Giglio, Viola e Rosa. A mia madre piacciono i fiori. Ma così ci ha fatto solo soffrire.”
Era come se mi fossi tolta un peso. Era da anni che pensavo quelle cose, ma non le avevo mai dette a nessuno. Neanche a Chris e Pearl.
E tu?” chiesi.
Nathaniel rimase silenzioso per un attimo. Poi, cominciò a parlare.
Mio padre è un commerciante. Ha fatto fortuna con il mercato dei tessuti, e ora vuole venire qui,  costruire un'industria. Molte persone potranno così avere un lavoro migliore.”
Che discorso strano, pensai. Perché uno che lavorava nell'abbigliamento voleva venire qui? In Cina sarebbe stato molto più conveniente. Ma non dissi niente. Piuttosto ripensai al fatto che non avevo ancora visto i suoi.
Non sono ancora arrivati?” chiesi.
No.”
Sembrava abbattuto. Notai che era ancora più pallido del solito. Era dimagrito, e aveva profonde occhiaie. Era come se non mangiasse da giorni.
Se...se hai bisogno di qualcosa puoi chiedermela...”
Sto bene.”
Si interruppe un attimo.
Ieri notte c'era un uomo in camera tua.”
Mi prese alla sprovvista.
Come lo sai?”
L'ho visto dalla finestra della mia camera.”
Beh...era solo il medico. Ho avuto un incidente, avantieri. Mi ha curato lui.”
Oh...bene.”
Mi chiesi cosa avesse pensato.
A proposito...” cominciai timidamente. “Mi...mi dispiace per aver rotto un gradino a casa tua...non l'ho fatto apposta...e poi, non avrei dovuto entrarci mentre tu non c'eri...”
Devo andare” disse lui. “Ci vediamo.”
E se ne andò.
Rimasi lì, da sola. Lo osservai, mentre si avviava sulla strada e spariva dietro la siepe incolta. Perché se ne era andato così all'improvviso?
Mi accorsi di aver freddo. Stavo tremando. Tornai a casa, zoppicando.



lunedì 10 settembre 2012

Da bambino non potevo correre
né giocare.
Da grande, potevo solo sorseggiare dalla coppa,
non bere-
perché la scarlattina
mi aveva fatto ammalare di cuore.
Eppure giaccio qui
consolato da un segreto che conosce solo Mary:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe, e di dolci vigne,
là quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary-
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
l'anima all'improvviso
mi abbandonò volandosene via.

Francis Turner, dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

venerdì 7 settembre 2012

Exogenesis Symphony


Personalmente penso che questa sinfonia sia bellissima...mi fa sognare e viaggiare con la mente...e la terza parte mi ha anche ispirato il finale di una storia che, un giorno o l'altro scriverò. A presto.

mercoledì 5 settembre 2012

Non so neanche da dove cominciarlo, questo post. A volte mi sembra che le cose mi sommergano, sia quelle belle che quelle che mi fanno sentire un po' scema e affetta da distrattaggine cronica.
Ho passato quattro magnifici giorni in Sicilia, rendendomi conto che i miei pregiudizi nordisti (si, proprio come in Benvenuti al Sud) erano completamente infondati. Ho scoperto una terra bellissima, delle persone meravigliose che, nonostante ci fossimo appena conosciute e avessimo un grado di parentela a volte molto lontano, mi hanno accolta benissimo...anzi più che benissimo. Sono stata sull'Etna, paesaggio lunare che mi ha trasmesso un senso di distruzione e rinascita continui, e a Taormina, dove ho visitato il teatro greco. Ho scoperto una realtà storica nuova, non solo dai racconti sulle vicende della mia famiglia, ma anche dalle leggende del posto, dove le belle fanciulle innamorate di valorosi cavalieri sono sostituite da asini affogati in un fiume e galli dorati.
L'estate è finita, ormai. Siamo agli sgoccioli. La quotidianità riprende piede, ritorno la ragazza tutta casa scuola amici. Ma penso anche ad un progetto che mi è venuto in mente in Sicilia e che vorrei realizzare appena finito il liceo. Al momento è lontano anni luce, ma chissà, forse ci riuscirò...se dovesse succedere, credo che troverei un po' me stessa, anche se la maggior parte delle persone che affronta il viaggio che vorrei fare ha fede in Dio e io non ho ci ho mai creduto.
Oggi o aperto dopo più mese la mia mail principale. 162 mail. La maggior parte erano notifiche di facebook e di altri siti a cui sono iscritta, ma alcune hanno attirato il mio sguardo. Erano dei commenti al mio blog Celluloid, quello sul cinema che non aggiorno da aprile. Grazie, Cosimo Piovasco di Rondò, Last Smile, Linalee e Alice Gusmeroli per avere commentato o esservi uniti al blog. Scusate il mio non essere attenta. Ho smesso di aggiornare il blog perché era un periodo abbastanza brutto e sentivo di voler staccare da cose che mi sembravano soffocanti, come scrivere recensioni. Ero ancora la vecchia me...ma quasi quasi mi fate pensare di ricominciare a scrivere recensioni...anche se l'ultimo film che ho visto è stato un po' di tempo fa, perché con i miei ci siamo messi a guardar le prime due stagioni del Trono di Spade e adesso ne siamo dipendenti.
Oggi ho anche fatto un salto in fumetteria. Ho trovato Lo Sparviero!!! Quello di cui vi avevo parlato nel post del cinque agosto, da cui è stato tratta anche una serie tv che ho visto in Francia. Dovevo uscire con un fumetto, sono uscita con tre.
Vi lascio...a presto.

20 Whisper street- ep.8


Quando mi svegliai, la prima cosa che sentii fu che avevo male in ogni singola fibra del mio corpo. Poi, che ero a letto. E che c'era qualcuno nella stanza. Ma ancora non riuscivo a ricordare ne a capire cosa diavolo fosse successo. Aprii gli occhi.
Stavo fissando il soffitto della mia camera.
Oh, finalmente sveglia!” disse una voce vagamente famigliare accanto a me. Girai lo sguardo verso di lei. Seduto sulla mia sedia accanto alla scrivania, c'era un ragazzo sui venticinque anni dai capelli neri e mossi e gli occhi azzurri. Sul mento e sulle guance, la barba era di pochi giorni. Lo riconobbi. Era Will, il figlio di una famiglia che abitava un po' più in là nella strada.
Come va?” mi chiese con tono sinceramente preoccupato.
Ci riflettei un attimo, cercando di collegare il cervello.
Male” risposi alla fine.
È normale” disse sorridendo.
Chiusi gli occhi, poi li riaprii.
Non riesco a ricordare nulla...che cosa è successo?”
Beh, io dovrei chiederti cosa ti è saltato in mente!” rispose Will. “Mi sei balzata davanti proprio mentre passavo con la macchina per tornare a casa! Ho frenato, ma non sono riuscito a evitarti. Non ti ho messo sotto, ma ti ho colpito alla gamba e sei caduta sull'asfalto.”
E d'un tratto ricordai. Ero stata a casa di Nathaniel, non avevo trovato nessuno, mi ero spaventata ed ero uscita. Si, era vero, ero balzata in mezzo alla strada. E poi...più niente.
Will aveva parlato della mia gamba. Sollevai la coperta e sbirciai dentro il letto. Oggesù. Quella sinistra era completamente fasciata, dal ginocchio in giù.
È rotta, vero?” dissi con voce atona.
No, tranquilla!!” disse Will. “Non è nemmeno lussata. Solo, il cofano ti ha aperto un brutto taglio. Hai perso un po' di sangue. Ehi!” tentò di ridere “Sei stata fortunata. Non solo non sei stata investita, ma per di più sei capitata davanti a me!”
Aveva ragione. Will studiava medicina all'università. Ed era molto brillante. Era uno dei pochi a Ghostly Village che era sempre stato gentile con me. E poi, era carino e simpatico.
Ti ho dovuto mettere otto punti.”
Otto. Fantastico. In quel momento mi accorsi di avere una fasciatura anche al braccio destro.
Ti sei scorticata sull'asfalto.”
Uff.
Guardai fuori dalla finestra. Era notte. Volsi lo sguardo alla sveglia. Erano le due del mattino.
Posso camminare?” chiesi.
Domani non dovresti avere problemi. Ma almeno questa notte riposa. Zoppicherai un po'. Ma sta tranquilla, sono a casa per tre settimane e potrò venire io a cambiarti la fasciatura. In ogni caso per domani sei a posto.”
Rimanemmo un attimo in silenzio. Poi, Will ricominciò a parlare.
Ho provato a chiamare i tuoi, ma non erano raggiungibili. Le tue sorelle mi hanno detto che sono in Europa per lavoro...”
Oddio! Violet e Rose! Me ne ero completamente dimenticata!
Vedendo che cominciavo ad agitarmi Will mi tranquillizzò.
Me ne sono occupato io, sono andate a letto due ore fa. Erano molto preoccupare per te.”
Davvero?” dissi sorpresa.
Si.”
Sospirai. Non avevo più sonno. Oddio. Avrei passato la notte intera sveglia. Will si avvicinò e si sedette accanto a me sul letto.
Lily” disse, piano. “Come va con le medicine?”
Tutta la simpatia che avevo per lui se ne andò di colpo.
Perché?” chiesi sulla difensiva.
Hey, non voglio biasimarti in niente. Solo...mentre dormivi ti muovevi e mormoravi qualcosa nel sonno che non ho capito. Era come se avessi gli incubi.”
Ripensai al mio sonno. Oh, si...il solito sogno di cui non capivo niente. Eppure, in quel momento notai che da qualche giorno la visione era un po' più nitida.
N...non è niente.”
Sicura che quelle pasticche non sono troppo pesanti?”
Quando mi guardava così, con quei bellissimi occhi azzurri nei miei, non riuscivo mai a concentrarmi su ciò che stavo dicendo.
S..si.”
Va bene.”
Sospirai.
Will...se vuoi ora puoi tornare a casa. Penso di potermela cavare da sola.”
Lui rimase un attimo a riflettere.
'Sarà proprio un bravo medico' pensai.
Ok” disse alla fine. Prese la giacca dallo schienale della sedia. Mentre usciva, si voltò verso di me.
Dimenticavo.” Si frugò nelle tasche. “Quando ti ho presa, stingevi questa in una mano.” Ne tirò fuori quello che sembrava un vecchio pezzo di carta e me lo porse. Lo presi e rimasi allibita quando vidi cos'era.
Era una fotografia in bianco e nero. Raffigurava un ragazzo alto e magro, con lunghi capelli biondi e vestito di panni bianchi. Nathaniel.
È molto antica” disse Will. “Guarda com'è ingiallita la carta. E poi, il soggetto non è nitido. Dovrebbe essere stata fatta dopo il 1835. Dove l'hai trovata?”
Non riuscivo a staccare gli occhi da quella foto, mentre ascoltavo ciò che diceva Will. E poi, mi riscossi.
Ehm...facendo le pulizie in casa. In una vecchia scatola.”
Ah...magari è un tuo antenato.”
Si...”
Will se ne andò. Io rimasi tutta la notte a letto, con la fotografia in mano, mentre i pensieri si susseguivano nella mia mente. Dopo il 1835? Ma com'era possibile? Nathaniel era...un mio contemporaneo. La foto poteva benissimo essere stata scattata con un vecchio apparecchio, apposta. Ma la carta era così gialla e vecchia...e poi, mi ricordai delle circostanze in cui l'avevo trovata. Sopra una cassa di legno scuro, sotto uno spesso strato di polvere. Quella casa, nonostante ci fosse qualcuno da una settimana, sembrava davvero disabitata. Mi ricordai dei fantasmi...
'I fantasmi non esistono' pensai di nuovo. 'Quante volte me lo devo dire?'
La notte e la prima parte della mattina passarono così. Poco a poco, il dolore sparì, tranne ovviamente quello alla gamba e al braccio. Temevo soprattutto per la prima. Will aveva parlato di un brutto taglio. Avrei avuto una cicatrice per sempre?
I miei cupi pensieri furono interrotti dalla porta che si apriva. Apparvero Violet e Rose. E quando mi videro sveglia, mi balzarono addosso e mi abbracciarono.
Lily...sei viva!” disse Violet, quasi piangendo.
Beh...” ribattei in tono scettico. “Sai, il massimo che possono farti per un taglio alla gamba è un'amputazione...”
Lei sollevò la testa e mi guardò spaventata.
Vuoi dire che te la taglieranno??”
Nooo! No, non succederà. È solo un taglietto...”
Proprio in quel momento, una fitta mi fece stringere i denti. Ma perché Will non mi aveva dato un antidolorifico. Poi ricordai che nel mio caso era sconsigliato. Meglio evitare il rischio di dipendenza ai farmaci.
Quando le mie sorelline si furono calmate, tentai di alzarmi. Avevo addosso la maglietta che avevo indossato il giorno prima. Era abbastanza lunga da fungere come vestito. Misi per primo solo il piede destro sul pavimento. Poi, con cautela, misi anche il sinistro. Bene, per ora andava. Mi alzai.
AHI!”
Non appena si contrasse e cominciò a reggere il mio peso, il polpaccio cominciò ad urlare. Mi risedetti. Ansimavo. Le bambine mi guardavano preoccupate. Presi coraggio.
Non è niente, sto bene.” Mentre mi rialzavo, tentai di spostare almeno la maggior parte del mio peso sull'altra gamba. Funzionò. Ma, come aveva detto Will, zoppicavo che era una meraviglia.
Nel quarto d'ora seguente, scoprii che l'unico pantalone che mi stava con la fasciatura era quello di un pigiama invernale e largo. L'alternativa erano un paio di pantaloncini. E siccome non avevo voglia di mostrare a tutti che avevo appena rischiato di crepare, decisi di restare a metà in pigiama.
Scesi in cucina appoggiandomi al corrimano, sempre sotto lo sguardo attento di Violet e Rose. La mattinata trascorse in modo tranquillo. Mi chiesi se le bambine fossero così calme perché ero ferita. Beh, tanto meglio.
A mezzogiorno, il telefono squillò.
Pronto?”
Ciao Lily! Come va la gamba?”
Rimasi a bocca aperta. Era la voce di Jane, mia cugina. Abitava in città. Ma come diavolo sapeva che mi ero fatta male a una gamba? Non lo sapeva nessuno a parte me, le mie sorelle e Will. E magari la sua famiglia...
Bene. Come l'hai saputo?”
Oh, la notizia che ti sei fatta investire ieri è arrivata grazie a Lisa, sai la ragazza che abita in Flowers street...penso che lo sappiano tutti, a Ghostly Village.”
Chiusi gli occhi e presi un gran respiro. Proprio quello che volevo evitare. Ma come potevo pretendere che nessuno lo sapesse? Abitavo in un villaggio sperduto dove tutti sapevano i fatti degli altri. Quando poi mi resi conto che un incidente capitato proprio a me sarebbe stato eccitante per tutti, per poco non cominciai a frignare. Se ne sarebbe parlato per mesi. E io che non volevo dirlo a mamma e papa. Ero morta.
Stavo pensando...mi hanno raccontato delle circostanze dell'incidente, e sono sicura che è successo perché in questi giorni sei sola a casa e non esci. Quindi, beh...ho appena preparato i bagagli. Vengo da te, e mi occupo io di Violet e Rose. Così tu puoi stare più tranquilla.”
Inizialmente pensare di avere Jane in casa mi rattristò ancora di più. Io e mia cugina non sembravamo neanche della stessa famiglia. Tra me, Chris e Pearl la chiamavamo Paris Hilton. Ma dopotutto...se lei avesse badato alle bambine, io sarei potuta uscire tutta la giornata! Poi ripensai alla gamba che mi faceva male. E chi se ne fregava! Non sarei morta.
Ok.”
Bene, sarò lì tra massimo due ore... a dopo!”
Avevo appena rimesso a posto il telefono quando suonarono il campanello.
Vado io!” disse prontamente Violet.
Sospirai di piacere. Da quella mattina non avevo camminato granché. Tenevo il piede a martello appoggiato ad una sedia. Appena toccavo il polpaccio, mi faceva un male cane. Temevo ciò che avrei visto il giorno dopo, quando Will mi avrebbe cambiato la fasciatura. Immaginavo uno squarcio orribile. Poi mi ricordai dei punti.
Entrarono proprio le persone che stavo che per chiamare. Chris e Pearl.
Come stai???”
Sbuffai.
Fa male, ma almeno posso camminare. Mi dite come fate a saperlo anche voi?”
Beh, non pretenderai che farti investire in pieno giorno non abbia attirato i vicini. Diciamo che già ieri Brice Lingualunga ha raccontato a tutti del bel Will che ti sentiva il cuore e ti medicava la gamba in mezzo alla strada davanti a tutti. E poi ti prendeva tra le braccia e ti portava a letto, consolando dolcemente le tue sorelline.”
Sgranai gli occhi.
Beh...non sapevo che fosse andata così...” sorrisi tra me e me.
È stato davvero gentile...” disse Rose, congiungendo le mani e volgendo lo sguardo al cielo.
Guarda che ha ventidue anni più di te.”
Rose mise il broncio.
E poi, stamattina, almeno da quello che abbiamo ipotizzato, Will ha detto ai suoi che ti eri svegliata, e i suoi lo hanno detto ai genitori di Brice, quindi lei lo ha sentito e lo avrebbe detto a Ticknor, la cui madre lo ha detto a quella di Pearl che avrebbe chiuso quindi la catena dicendolo alla mia e quindi a me.”
Ero allibita.
Beh...Will se n'è andato ieri notte verso le tre.”
Quindi la notizia si è saputa nella mattinata.”
In ogni caso lo hanno saputo fino alla città. Mi ha telefonato Paris Hilton. Vuole venire qui a prendersi cura di Violet e Rose mentre i miei non ci sono. Così, secondo lei potrò uscire.”
Le mie amiche mi guardarono preoccupate.
Ho detto di si.”
Ma sei pazza?” sbottò Pearl. “Quella lì tu la lasci sola con le tue sorelline? Ma è...non assistenza a un minorenne in pericolo! E poi la tua gamba...non puoi uscire!”
Sono chiusa qui dentro dalla festa a casa dei Ticknor, e camminare non mi farà morire.”
Quale festa?”
A parlare era stata Violet. Ci guardammo.
Ma quale festa?” dissi, improvvisando. “Ho forse detto festa?”
No” mi risposero all'unisono Pearl e Chris.
Devi aver sentito male...”
Rose non parlava, per fortuna.
Volevo dirti una cosa” disse d'un tratto Chris. Era imbarazzata. Ecco...dopodomani mia madre ha detto che se vogliamo possiamo andare tutte e tre per il pomeriggio a casa mia.”
Aggrottai la fronte. E da quando in qua la madre di Chris invitava gente in casa sua?
Sembrava che la mente di Pearl avesse i miei stessi pensieri.
Riflettei. Non volevo essere motivo di imbarazzo per Chris. Stava a lei decidere.
Tu cosa vuoi che facciamo?” dissi.
Lei alzò lo sguardo.
Non lo so. Solo...vi prego, qualunque cosa notiate a casa, non ditelo a nessuno. Non palatene neanche a me.”
Con Pearl ci scambiammo uno sguardo d'intesa.
Va bene” disse lei.