martedì 31 luglio 2012

20 Whisper street-ep.3

La sera del giorno dopo, lunedi', mi stesi sul letto, felice del silenzio improvviso. Ero stanca, e non solo perchè di nuovo avevo dormito male, sempre sognando immagini confuse. Avevo passato la giornata a lanciare palle da baseball, fare il bagno alle barbie e giocare a domino. Sempre con le urla di Violet e Rose in testa. Non riuscivo a capire perché, invece di parlare, urlassero sempre. Io, da quel che mi ricordassi, non facevo cosi'. Ma io tanto non andavo a giocare con gli altri bambini, me ne stavo sempre con Chris e Pearl. Ci divertivamo a catturare le mosche e a toglier loro le ali. Che sadiche, che eravamo.
Aprii l'armadio e decisi che cosa mettere il giorno dopo, alla festa di Ticknor. Mmm...una maglietta, magari? Si, perchè no? Magari quella degli Iron Maiden. Si, avrei messo quella. E un paio di jeans. Semplice. Tanto, era solo una festa organizzata dal nerd del villaggio, non c'era bisogno di essere troppo stravaganti.
Misi i vestiti sulla sedia. Gettai uno sguardo alla finestra. Si affacciava verso il numero 20. Rimasi a osservare quella casa tetra e in rovina. Che strano...era come se una delle finestre dai vetri spaccati fosse illuminata da una fioca luce verdastra. Aguzzai la vista. Si, c'era qualcosa li'. Mi avvicinai.
C'era...come una forma ovale...una lampada a olio? No, sembrava piuttosto...oddio! Una faccia?
Il cellulare squillo' d'un tratto sul comodino. Sussultai e distolsi lo sguardo per fissare il telefono. Qualcuno mi stava chiamando. Prima di prenderlo, riguardai davanti a me. La faccia cinerea era sparita.
Sullo schermo c'era scritto 'mamma'. Guardai l'ora, che segnava le dieci e mezzo. Bene, andava meglio. L'ultima volta che mia madre mi aveva chiamato, erano le tre di notte.
"Pronto."
"Ciao, Lily!! Ti ho svegliata?"
"Ehm...no. Stai migliorando."
"Oh, abbiamo solo cambiato fuso orario. Ora siamo a Madrid, ma tra poco dovremo andare a Oslo, sai il capo di me e tuo padre dice che gli affari dovrebbero interessare più i norvegesi che gli spagnoli. Tuo padre sta bene, ora dorme, qui fa un caldo tremendo! E ieri sera abbiamo fatto un giro gastronomico della città, davvero interessante, Lily!"
"Ah."
Fissavo la finestra di fronte. Non c'era niente.
"E Violet e Rose come stanno? Le fai giocare, eh? Fai la brava sorella maggiore?"
"Si, mamma, stai tranquilla. Ora dormono."
"E tu no."
"Sono solo le dieci e mezzo, è presto per me. Tu alla mia età non ci andavi a dormire a partire da mezzanotte?"
"No, ci andavo a partire dalle undici."
"E ora sono le dieci e mezzo, quindi prima delle undici."
Mia madre non disse niente.
"E' successo qualcosa, li'?"
Pensai alla festa, il giorno dopo. E al camion. E a quella faccia.
"No, niente."
"Oh, allora beh...ciao. Buonanotte."
"'Notte."
Tolsi il cellulare dall'orecchio. Mamma aveva già chiuso la chiamata.
"Non mi hai chiesto neanche come sto io" dissi rivolta allo schermo.
Avevo davvero di nuovo le allucinazioni? Il camion doveva esserci stato, la palla era li' spiaccicata, col cavolo! Ma la faccia alla finestra del numero 20?
No, non volevo pensarci. Avevo smesso, avevo voltato pagina con quelle cose. E poi non volevo più prendere quelle maledette medicine. Mi avevano fatta dimagrire, dormire, bocciare, perché, un giorno in cui il mio umore già nero era stato peggiorato da quelle pasticche, avevo preso a calci un insegnante. E questo, dopo due anni, non me lo perdonava ancora nessuno.
Guardai la sedia, con i vestiti appoggiati sopra. Dai, l'indomani avrei drogato le mie sorelline, sarei andata ad una festa. Visto gente. Bevuto un po'. Fumato. Mi sarei divertita, insomma, con Chris e Pearl. Niente camion o facce da morto.

Post informativo

Ciao a tutti, cari follower!!!
Dunque, siccome domani sono a Parigi (finalmente arriva la fantastica giornata!! :D), vi posto oggi l'episodio numero 3 di 20 Whisper street. Domani metto la sveglia alle 4:15, il mio treno è alle 5:53...il treno di ritorno invece arriva qui verso le undici di sera...quindi domani non saro' proprio presente! :D
Sto tentando si mettere da parte il malumore. Non è tanto per l'ambiente che c'è qui, è piuttosto perchè ho una paura profonda: sentirmi male a Parigi. Ok, ho preso le mie medicine, ma ho sempre paura di avere un calo di pressione, soprattutto in questo periodo in cui sono più a rischio. E questo mi fa proprio essere di umore pessimo...ma non devo pensarci. Staro' benissimo. Domani prendero' finamente il TGV, quel treno che mi affascina da quando avevo otto anni e lo vidi in tv, vedro' la Tour Eiffel, La Gioconda e i champs élisées. Staro' bene. :)
Per le foto, potete aspettare finchè torno in Italia, verso il 7 o l'8 agosto? Grazie!!
Ora vi lascio agli strani eventi avvenuti a Ghostly Village, pazientate solo per una mezzoretta...

lunedì 30 luglio 2012

Non mi piace la vostra vita standard,
Quella che mi offrite su un piatto d'argento,
Studiare, avere un lavoro che non mi piace, farlo per quarant'anni, andare in pensione, coltivare un giardino, morire.
Io voglio più di questo, io voglio vivere.
Lo so, sono un'idealista, ma sono felice di esserlo.
E sono un'idealista realista, perchè lo so che non andro' mai a Parigi a fare la vita d'artista bohème.
Ma mi piace sognarlo. E' un mio piccolo piacere.

Quello che ora mi fa male, pero', è il fatto che mi ignorate. M'ignorate per quello che sono.
Non per quella decisione che m'insegue come un'ombra nera. Ma per il mio essere più profondo. Vi vergognate di me perchè non voglio una vita standard. Vorrei avere la forza di Emily Carr.
Ma io soffro.


domenica 29 luglio 2012

Varie cose

Scusatemi per ieri, ma proprio non me la sentivo di parlare del viaggio. Tutto bene, anche se la nave faceva un po' schifo e il viaggio da Genova a Rodhilan è stato lungo (sette ore). Ho passato la notte a vagabondare per la nave, un po' scrivendo sul mio portatile un po' leggendo, alla fine ho trovato un divanetto vuoto nel bar e li' ho dormito quattro ore. Non sopporto la poltrona. Quando mi sono svegliata sono andata sul ponte e ho visto davanti a me Genova...non ho fatto a meno di pensare a Elisa. ;D
La brutta notizia è arrivata poco prima che varcassimo il confine italiano. Un momentaccio. Ma ora va meglio.
Ora sto nella grande casa di mia sorella, ascolto tutta la giornata il canto delle cicale, osservo il campo di girasoli accanto a casa. Fa un caldo da morire...ma ho sentito che in Italia è pure peggio. Mi piace questo sud, con i suoi colori che mi ricordano i quadri di Van Gogh. Qui vicino c'è Arles, una città in cui Van Gogh ha abitato per un po' insieme a Gauguin, poco prima di impazzire. La mattina mangio i miei due croissant, che profumano di appena sfornato, sono croccanti fuori e morbidi dentro.
Oggi è il compleanno di mia sorella. Io e lei abbiamo trent'anni di differenza. Sono piena come un uovo, ho passato quatto ore a riempirmi di pomodori, salsiccia piccante, insalata, carne, riso, torta e mousse al cioccolato, ascoltando l'ex moglie di mio padre. Che donna simpatica. Pero' c'era anche parecchia gente che non conosco, quindi sono soprattutto rimasta zitta. Decisamente saro' sempre un po' timida.
Pero' non riesco ad accontentarmi. Sarà che sono un po' delusa. Mi sono resa conto che a parte una fantastica giornata per il resto non faro' niente. Ok, vedro' mia sorella e le mie nipoti più grandi, ma per il resto non faro' niente. E io vorrei viaggiare, vedere tante cose, tutte a portata di mano. Pero' non posso. A volte vorrei essere più indipendente. E poi qui non posso parlare proprio di tutto quel che mi interessa. A volte penso di essere troppo strana, perchè spesso quando mi metto a parlare di una cosa che faccio (scrivere, fare ricerche, guardare film non commerciali) spesso quelli attorno a me seguono un po', poi si distraggono. A Sassari è diverso, forse perchè sono con persone con più o meno i miei interessi. Sono troppo strana? Oppure troppo intellettuale? Ma io non mi sento intellettuale. 
Perchè?     

sabato 28 luglio 2012

Perdere un amico

Si dice che quando si trova un amico si trova un tesoro. Ma quando si perde un amico?
Oggi me ne rendo conto, perdere un amico ha diversi significati.
Di solito si perde un amico quando, per una ragione o per un'altra, un amico si allontana da noi. Forse non c'è più quella cosa che ci accomunava, forse l'amico si è unito ad altre persone. Io ne ho sofferto. E' un dolore che ti fa stare male e a volte anche arrabbiare, perchè forse ti sei reso conto che quella persona non dava a te la stessa importanza che tu davi a lei.
Ma c'è anche un altro significato. Perchè oggi mi rendo conto che si puo' perdere un amico per sempre. E l'unico per sempre non si trova né nella vita né nell'amore, ma nella morte. Questo si che è dolore.
Oggi sento che il caso è crudele. Vorrei solo essere accanto a mia nonna, consolarla, stringerle la mano, magari se quel cuore di ghiaccio che ho in queste occasioni riesce a sciogliersi anche piangere.
E invece non posso, perchè a separarci ci sono il mare e un confine.
Crudele, crudele, crudele.

mercoledì 25 luglio 2012

20 Whisper street-ep.2


Il giorno dopo, a casa, arrivarono le mie amiche Pearl e Chris. Una boccata d'aria fresca. Insieme formavamo un bel trio. Loro erano tutte e due bionde, io rossiccia. E, a Ghostly Village eravamo le uniche che non fossero politicamente corrette. Noi eravamo sempre vestite di nero, avevamo piercing, Pearl anche un tatuaggio, e fumavamo di nascosto, anche se tutti, tranne i nostri genitori, lo sapevano. Gli altri pochi abitanti del villaggio, troppo preoccupati dalle apparenze, non si spingevano fino a lì.
Bene” disse Chris, appoggiando gli stivali in pelle, che metteva pure d'estate, sul tavolo del salotto. “Sfogati con noi e dicci quel che vorresti tanto fare e che non puoi.”
Molto divertente” risposi fredda. Avevo dormito male, quella notte, sognavo immagini confuse nelle quali intravvedevo solo verde e qualcosa che si muoveva velocemente.
Voglio uscire” ammisi guardando Rose e Violet che disegnavano. Pearl e Chris scoppiarono a ridere. Le guardai in cagnesco.
Smettetela! Ieri avevo il mal di testa a causa loro e ho pure dormito male! E poi c'era quello stupido camion!”
Quale camion?” chiese Pearl. La tigre che aveva sul polso era illuminata dall'unico raggio della giornata, che scomparve pochi minuti dopo.
Le raccontai ciò che era successo il giorno prima, e anche loro ammisero che era strano.
E sono sicurissima che ci fosse passato, perché...” le dissi della palla da baseball.
Pearl e Chris erano pensose.
Sei sicura di non avere più allucinazioni?” azzardò alla fine Chris.
La fulminai con lo sguardo.
Come diavolo spieghi che sia andata a staccarla dall'asfalto subito dopo? E non mi faccio più joint, col cavolo!
Scusa!” si corresse subito Chris.
Hey, che ve ne pare di andare a farci un hamburger?” propose Pearl.
Ok” dissi. Rose e Violet sarebbero rimaste a disegnare, tanto.
In cucina, Pearl mi avvicinò.
Sai che c'è una festa da George Ticknor martedì sera? I suoi sono in città per un giorno e lui ha detto che voleva fare un po' di casino.”
Davvero?? Si è risvegliato improvvisamente dal sonno perenne di Ghostly Village? In ogni caso, io sono bloccata a casa, non ve ne siete accorte?”
Ho provveduto io” disse Chris con uno sguardo malizioso. “Tieni”.
Mi mise in mano una bottiglietta di vetro.
Passiflora. Fa dormire come un sasso. La dose per gli adulti è di cinquanta gocce prima di andare a letto, per i bambini la metà. Magari gliela puoi mettere nell'acqua, o meglio gli fai la minestra condita alla passiflora...”
Le risposi stringendo la bottiglietta con uno sguardo complice. Ecco a cosa serve essere amica della figlia della proprietaria dell'unica erboristeria nel raggio di cinquanta chilometri.
Mangiammo il nostro hamburger e quando tornammo in salotto Violet e Rose non stavano più disegnando ma bisticciavano su quale dovesse andare per prima sulla bici. Uno schiaffo a tutte e due e il caso era risolto. Ci andò prima Rose. A sera, poco prima che Pearl e Chris se ne andassero, ci mettemmo dietro casa, inseguite dalle mie sorelline.
Quella settimana era Chris ad avere in custodia il nostro pacchetto. Estrasse tre sigarette e ce le diede. Poi, a turno, ce le accendemmo. La fiamma dell'accendino si rifletté nelle lenti degli occhiali di Chris.
Lo sai che non devi fumare, Lily” disse Rose.
Mentre aspiravo, mi inginocchiai davanti al suo viso.
Se lo dici a mamma e papà giuro che ti distruggo la bici.”
Le inspirai il fumo in faccia. Lei urlò e se ne andò in casa correndo, seguita da Violet.
Sei cattiva, Lily” osservò calma Pearl.
Sorrisi. Con tutto quello che mi facevano passare quelle due, dovevo vendicarmi, di tanto in tanto.

lunedì 23 luglio 2012

Sclero

La verità è che oggi non so neanche cosa scrivere. Credo che questo post sarà un'accozzaglia di frasi sconnesse, pensieri ricorrenti. La verità è che sono arrabbiata, perché mi sveglio con un programma ben definito e poi tutto si sfascia per una cavolata. Ho tantissima roba da fare in casa, stirare, preparare la valigia, passare l'aspirapolvere, finire di guardare le trasmissioni letterarie. E tutto perché la settimana scorsa l'ho passata a ascrivere, alla faccia di quella dolce personcina che mi ha detto in tono acido che 'scrivere non è un lavoro'. Ma va. Lo so che non è facile. Io non lo considero neanche un lavoro, è solo che scrivere è qualcosa che è in me, una cosa di cui non posso fare a meno perché altrimenti sto male. Un po' come per quella dolce personcina è disegnare, e che non mi venga a dire che cinquant'anni fa il suo mestiere era considerato un lavoro. 
Aspetto questa sera con impazienza, così mi sfogo con chi come me pensa che a volte il mondo è assurdo e complicato e prima, quando non ti rimandavano sempre ad un sito internet, le cose erano più semplici. Aspetto perché così faccio leggere a chi ama come scrivere la mia nuova storia, e magari anche i primi tre capitoli del nuovo libro, così vedo se ho fatto della protagonista una vera rompiballe che vorresti solo strangolare. Devo essere strana, quando scrivo. Qualche giorno fa A., appena tornata, dopo che mi ero messa a delirare ha detto "Oddio, sei di nuovo come quando scrivevi il primo." Per questo dovrei scrivere i miei deliri sul quaderno di sclero...e l'ho quasi finito, in un anno e mezzo!! e poi non vedo l'ora di cenare con le mie amiche, cosa che non succede più da parecchio tempo. 
Giovedì parto. Mercoledì spero di pubblicare il secondo episodio di 20 Whisper street. Altrimenti dovrò farlo venerdì. Ma venerdì è così lontano...venerdì arriverò da mia sorella. Che bello. E poi sabato mattina farò colazione con i croissant della panetteria accanto, magari appena sfornati, con quel buon profumo di soffice e la crosta croccante...o magari con una fetta di brioche sulla quale spalmare marmellata...
Adesso basta. La smetto, altrimenti divento insopportabile anche con voi...

sabato 21 luglio 2012

Les voyages en train


Credo che le storie d'amore sono come i viaggi in treno,
E quando vedo tutti quei viaggiatori a volte vorrei essere uno di loro,
Perché credi che tanta gente aspetti sulla banchina della stazione?
Perché credi che abbiamo così tanta paura di essere in ritardo?

I treni partono spesso nel momento in cui non ce lo aspettiamo,
E la storia d'amore ti porta via con se sotto l'occhio impotente dei testimoni,
I testimoni sono i tuoi amici che ti dicono arrivederci sulla banchina,
Guardano il treno allontanarsi con un sorriso preoccupato,
Anche tu fai loro segno e immagini i loro commenti,
Certi pensano che ti sbagli e che non hai piedi per terra,
Ognuno fa i propri prognostici sulla durata del viaggio,
Per la maggior parte il treno deraglierà al primo temporale.

Il grande amore cambia per forza il tuo comportamento,
Dal primo giorno bisogna ben scegliere il tuo scompartimento,
Corridoio o finestrino bisogna trovare il posto giusto,
Scegli cosa, una love story di prima o seconda classe?

Nei primi chilometri hai occhi solo per il suo viso,
Non fai caso dietro alla finestra allo sfilare dei paesaggi,
Ti senti vivo, ti senti leggero, non vedi l'ora passare,
Stai così bene che hai quasi voglia di abbracciare il controllore.

Ma la magia dura solo poco tempo e la tua storia sfugge in un batter d'ali,
Tu ti dici che non c'entri niente e che è colpa sua,
Il trantran del treno ti ubriaca e ogni curva ti nausea,
Bisogna che ti alzi, che cammini, vai a sgranchirti il cuore.

E il treno rallenta e la tua storia è già finita,
Per di più sei come uno scemo, i tuoi amici sono rimasti all'altra stazione,
Dici ciao a quella che ormai chiamerai la tua ex,
Nella sua agenda sul tuo nome metterà una riga di tip-ex,

E' vero che le storie d'amore sono come i viaggi in treno,
E quando vedo tutti quei viaggiatori a volte vorrei essere uno di loro,
Perché pensi che tanta gente aspetta sulla banchina della stazione?
Perché pensi che abbiamo così paura di arrivare in ritardo?

Per molti la vita si riassume nel cercare di salire nel treno,
Nel conoscere cos'è l'amore e scoprirsi pieni di vitalità,
Per molti l'obiettivo è di arrivare in orario,
Per riuscire il proprio viaggio e accedere alla felicità.

E' facile prendere un treno, ma bisogna prendere quello giusto,
Io sono salito in due tre binari ma non era lo scompartimento giusto,
Perché i treni sono capricciosi e certi sono inaccessibili,
Non credo che con la SNCF sia sempre possibile.

Ci sono quelli per cui i treni sono sempre in sciopero,
E le loro storie s'amore esistono solo nei loro sogni,
E ci sono quelli che si buttano nel primo treno senza fare attenzione,
Ma ovviamente scenderanno giù alla prossima stazione,
Ci sono quelle che hanno paura di impegnarsi perché sono troppo emotive,
Per loro è troppo rischioso attaccarsi alla locomotiva,
E ci sono gli avventurieri che fanno viaggio su viaggio,
Non appena la storia è finita attaccano un'altra pagina.

Io dopo il mio unico vero viaggio ho sofferto per mesi e mesi,
Ci siamo lasciati di comune accordo ma lei era più d'accordo di me,
da allora mi trascino sulle banchine, guardo i treni alla partenza,
Ci sono delle porte che si aprono, ma io mi sento in disparte.

Pare che i viaggi in treno finiscano male in generale,
Se  per te è il caso, tieni duro e tieni il morale,
Perché una cosa è certa, che ci sarà sempre un terminal,
Adesso sei avvisato, la prossima volta prenderai l'autobus.













mercoledì 18 luglio 2012

20 Whisper street- ep. 1


“Dai, Lily, lancia quella palla!”
La voce della mia sorellina mi distolse da quell'improvvisa fantasticheria che mi aveva posseduto guardando le nuvole in cielo. C'era un minuscolo buco tra l'una e l'altra, e stavo immaginando il raggio di luce solare che ne sarebbe uscito se in quel momento ci fosse stato il sole dietro alla nuvola. Feci più salda la presa sulla palla da baseball nelle mie mani e la tirai. Violet, dall'alto dei suoi sei anni, la centrò in pieno.
Siiiiiiiiii, sono il nuovo Joe Di Maggio!!!”
Mi rilanciò la palla, e si mise per l'ennesima volta in posizione da battitore.
Che tempo strano, quella settimana. Eravamo quasi alla fine di agosto, c'era un leggero vento fresco e il sole si nascondeva dietro a nuvole candide, ricomparendo per poco tempo quando meno te lo aspettavi. Quell'aria mi dava un senso costante di malinconia e di tensione. Era come se presentissi nel più profondo di me stessa che qualcosa di losco stesse per accadere.
Ma quel giorno, nonostante il clima, Violet voleva esercitarsi a baseball, e dato che ero da sola in casa per due intere settimane (mamma e papà, che lavorano insieme, erano in viaggio d'affari in Europa) avevo dovuto cedere. Che strazio!
Ora stavo lì in giardino a tirare palle sotto lo sguardo annoiato di Rose, l'altra mia sorellina, di tre anni. Ma perché diamine mi avevano lasciata lì da sola e non avevano chiamato la solita baby sitter? Ah sì...perché “ora hai diciott'anni e sei anche tu responsabile della famiglia”. Che schifo!
Inseguendo questi pensieri, feci cambio di ruolo con Violet e centrai male la palla, che finì per rotolare nella strada.
Ecco, brava, ora vai a prenderla tu!”
Lanciai uno sguardo inceneritore a Violet e le tirai la lingua. Il mio piercing alla lingua fece l'effetto che desideravo. La strada era deserta, non c'era nessun rischio. Mi mossi, superai la bici a quattro ruote di Rose e l'altalena e arrivai sul marciapiede.
E proprio in quel momento un paio di enormi ruote entrarono nel mio campo visivo e schiacciarono la palla da baseball. Rimasi gelata sul posto a fissare quella piccola porzione di spazio dove un tempo c'era la pallina che era appartenuta a mio nonno e a mio padre con sopra scritto “Original Red Sox”, un cimelio di famiglia ammirato da tutti e preso dall'armadio mezzora prima invece della palla da due soldi perché “tanto non gli succede niente”. Oddio, adesso ero proprio morta.
Alzai lo sguardo verso l'assassino. Era un camion dei traslochi. Camion dei traslochi?? Ma chi era lo scemo che veniva ad abitare a Ghostly Village? Dal nome agli abitanti, sembrava di essere in una cittadina di morti viventi!
Ma cosa ancora più assurda, il camion assassino si fermò giusto davanti a casa nostra. Dal finestrino si sporse un uomo magro sulla quarantina con in testa un berretto.
Scusa ragazzina, è questa Whisper Street?”
Ragazzina. Quell'uomo mi era già antipatico.
Si, e questo è il numero 18” risposi prevenendo la eventuale prossima domanda. “E non c'è nessuno che trasloca, a casa mia.”
Infatti a me non importa niente di casa tua. A me importa il numero 20.”
Mi voltai verso la casa accanto alla mia, stralunata.
Da che ne avevo memoria, quell'abitazione, così simile e al tempo stesso dissimile alla mia, era disabitata. Negli anni, il cartello con su scritto vendesi era stato sbiadito dalle intemperie, la siepe separante, curatissima dalla nostra parte, era invece nel peggiore degli stati dall'altra, e la casa stessa era quasi in rovina, con alcune tegole andate via dal tetto, alcuni vetri delle finestre rotti dalle sassate dei ragazzini che si divertivano a fare a gara a chi aveva il coraggio di avvicinarsi di più alla 'casa dei fantasmi', e, come se non bastasse, un rampicante che la divorava a metà. Eppure adesso qualcuno ci si trasferiva.
Il tipo dei traslochi avanzò un poco col camion. Io fissai la palla spiaccicata a terra, poi tornai nel mio giardino.
E la palla?” chiese Violet.
Eh...è caduta nella fogna.”
Meglio mentire. Dopo sarei uscita per toglierla dalla strada e distruggere le prove.
Oh, noooooo! È per questo che ci hai messo così tanto? Stavi provando a prenderla?”
Pensierosa, risposi solo quando mia sorella mi rifece la domanda.
No, stavo parlando con il tizio del camion.”
Del camion? Quale camion?”
Il camion dei traslochi che è passato prima e che ora è parcheggiato al numero 20.”
Ma non è passato nessun camion!!”
Si invece!”
No!”
Si!! Non ho le allucinazioni, vuoi che andiamo a controllare?”
La presi per il braccio e la portai sul marciapiede. Ma il camion era sparito.
Ecco hai visto? Soffri di allucinazioni, invece! Quando tornano dico a mamma e papà che hai ricominciato farti le canne!”
Non osare...!!!”
Stavo per darle uno schiaffo quando scappò a gambe levate in casa urlando: “Aiuto, aiuto, mia sorella mi vuole ammazzare!! Rose vieni con me!”
Sbuffai. Insopportabile, la bambina. Guardai di nuovo verso il numero 20. Ma dove diavolo era finito quel camion? Eppure...la palla da baseball schiacciata era lì, e per fortuna Violet non l'aveva vista. Non era stata un'allucinazione! Ma comunque, dov'era finito quel camion?   

lunedì 16 luglio 2012

A tutti i miei cari follower...

...pongo una domanda.
L'anno scorso ho scritto una storia di più o meno 30 pagine. E' divisa in dodici paragrafi, e stavo pensando di pubblicarla sul blog, un paragrafo a settimana. Il genere è un po' horror, gotico...ma non solo. Voi cosa ne pensate? Volete leggera? :DDD

Sei qui

Ti ho vista.
Ti sono corsa incontro.
Ti ho abbracciata.
Dieci mesi, tre settimane e tre giorni sono lunghi.
Sono felice.

martedì 10 luglio 2012

Presente, futuro

C'è una chiesa, a Roma. La Chiesa dei Cappuccini. E' particolare, perché in realtà è un ossario, dove le ossa dei morti, di solito cappuccini, sono state messe alle pareti della chiesa per formare delle figure.


Forse questa foto non vi piacerà. E' vero, è impressionante. Ma a me ha impressionato soprattutto la frase scritta nella cripta:

"Noi eravamo quello che voi siete, e quello che noi siamo voi sarete."

Riflettiamo. 

Tutti insieme per Timbuctù: un post di massa per spargere la voce e sperare nella salvezza



"John Ruskin, studioso del restauro e fondatore di quella che Camillo Boito definì 'corrente ruinista', era convinto che le opere d'arte fossero un patrimonio collettivo appartenente a tutta l'umanità, intesa come coloro che sono, coloro che furono e coloro che verranno e che quindi, come tali, andassero conservati e preservati nella loro interezza e mai, per nessuna ragione, distrutti."

"Se decidi di partecipare a questa campagna di sensibilizzazione copiando e pubblicando sul tuo blog questo post, per favore fai sapere della tua adesione nello spazio dei commenti al blog Il tempo ritrovato di Antonella e Audrey- le promotrici di questa iniziativa del post di gruppo."


Update: nel momento stesso in cui stavo pubblicando questo post, su facebook Anne Rice, autrice di Intervista col vampiro, ha condiviso la notizia che i Fratelli Musulmani in Egitto hanno invitato a distruggere le Piramidi. Vedete voi come va questo mondo. 

lunedì 9 luglio 2012

Premio Shaqwi

Ed ecco un nuovo premio per Where is my mind?!! Elisa, Sheryl ed Esmeril mi hanno assegnato il premio Shaqwi.


Vi ringrazio tutte e tre!!!!
Le regole sono queste:
-Taggare il blog che ti ha assegnato il premio.
-Dedicargli un'immagine.
-Inserire una o più immagini (massimo cinque) che ti rispettano in questo momento.
-Inserire i nomi dei blog che soddisfino i requisiti qui sotto elencati:
  1. Rispondere sempre, o quasi, ai commenti dei follower e non.
  2. Ringraziare, una volta ogni tanto, i follower.
  3. Non deve abbandonare il proprio blog per secoli senza avvertire chi lo segue.


Dunque, cominciamo!!!!


Ringrazio ancora ElisaSheryl ed Esmeril per avermi assegnato questo premio!!!
Dedico questa immagina a Elisa.



Questa invece è per Sheryl.




E questa è per Esmeril. Forse non ti piacerà, ma a me ha fatto pensare a te (sarà per il verde?)




E adesso, le immagini che mi rappresentano!


Perché sto scrivendo tantissimo (nuovo libro, traduzione in francese delle Strade e
due novelle...)
Perché oggi torna una mia amica dopo tanto troppo tempo

Perché ho una voglia insaziabile di mare
Perché non vedo l'ora di viaggiare!!!

Ed ecco qui i blog che premio:


-Lacrime di Carta e Inchiostro 
-Vola solo chi osa farlo
-Un cielo di pensieri
-Fly Away
-Il Rifugio degli Elfi
-L'essenziale è invisibile agli occhi

Ecco qui. Spero che le immagini vi piacciano. A presto!!!! XD

sabato 7 luglio 2012

I tesori perduti di Timbuctù

Timbuctù è una città del Mali. Ha una storia quasi leggendaria, dato che era una delle città musulmane più ricche. Nel 1800 in Europa non si era ancora sicuri che esistesse veramente. Tra il 1300 e il 1500 fu un importantissimo centro culturale islamico, pieno di biblioteche che custodivano manoscritti di autori come Avicenna. I grandi pensatori dell'Islam vi insegnavano la loro dottrina. E gli imperi a cui Timbuctù apparteneva attraverso i secoli, da quello del Ghana a quello Songhai, prosperavano.
I più grandi maestri islamici che risiedevano a Timbuctù furono seppelliti in sedici mausolei, dall'architettura molto particolare, che sono stati dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell'umanità del Mali.


Da mesi il Mali conosce una situazione instabile: prima un colpo di stato militare, poi una ribellione dei Tuareg, e infine un'invasione della cellula di Al-Qaida Ansar Dine. Che, nei villaggi e nelle città occupate, tra cui Timbuctù, ha vietato musica, sigarette, alcol, e ha applicato la Sharia, la legge islamica, costringendo le donne a mettersi la bourqa. E qualche giorno fa, quando l'Unesco ha dichiarato Timbuctù un patrimonio a rischio, gli uomini di Ansar Dine hanno distrutto tre mausolei, dicendo che non rispettavano la legge islamica, secondo la quale una tomba non deve essere alta ma praticamente raso terra, per non competere con Dio. Inoltre i mausolei erano idolatria, perché secondo loro andare a visitare una tomba è idolatria.
Questa storia mi indigna, come mi indigna qualunque distruzione di un monumento. Ma questa volta sono particolarmente arrabbiata per la stupidità del motivo.
Facendo ricerche per questo post, ho avuto l'impressione di una cosa: che, secoli fa, la religione islamica, anche se aveva l'obbiettivo di convertire chiunque (obiettivo che ha ancora oggi, ma dopotutto a quel tempo ce l'aveva anche la religione cristiana, vedi le Crociate), fosse più 'aperta'. Nel senso che c'era un dibattito religioso che si apriva sulle nuove tendenze. Inoltre, gli arabi erano molto più avanti rispetto a noi in fatto di medicina. Per dire, mentre in Europa si praticavano ancora i salassi, nel mondo musulmano riuscivano a fare operazioni agli occhi senza rendere il paziente cieco. Oggi invece, sta succedendo il contrario. E credo che la distruzione dei mausolei di Timbuctù ne sia una prova flagrante.          
 

lunedì 2 luglio 2012

PARIGI!!!!

Mia madre accende il cellulare per vedere se ha ricevuto qualche messaggio. Si accorge che mia sorella dalla Francia ha chiamato più volte e ha pure mandato un messaggio: "Ho una cosuccia da chiedervi sul vostro soggiorno qui, potreste richiamarmi?" Io ovviamente penso al peggio, magari c'è un contrattempo e alla fine non c'è in quel periodo. La chiamiamo.
Mamma: "Ciao."
Sorella: "Ciao. Senti...arrivate proprio il 27, eh?"
M: "Si...perché?"
S: "Perché pensavo di portare Kore un giorno a Parigi per il suo compleanno."
Bianco. Il mio cervello s'inceppa. Poi, dopo una cosa tipo cinque secondi, realizzo. Io? A Parigi? Oddeo!!!!
"CHI, IO?????"
Ebbene si, andrò a Parigi, finalmente!!!! Il 2 Agosto, cioè tra esattamente un mese!! Sono troppo contenta. Non ci sono mai stata e proprio in questi giorni stavo sclerando di brutto su Parigi. Stento ancora ad immaginarmi mentre cammino in quelle enormi strade...mi sa che realizzerò la cosa solo quando ci sarò.
In più, prenderemo di sicuro il TGV, il treno che va a più di 300 km all'ora. E' DA QUANDO ERO PICCOLA CHE VOGLIO PRENDERLO!!!!!
Ma soprattutto, a Parigi ci sono così TANTE cose. Il Louvre. La Tour Eiffel. L'arco di trionfo. Notre Dame. E vicino c'è...Versailles!!!!! Non so proprio cosa faremo in un giorno!! Mamma mia...un bellissimo regalo di compleanno!! :D

PS: parto il 26 in nave, e se tutto va come l'anno scorso dovrei essere nella camera con il computer quindi...aggiornamenti costanti!!! ;)