lunedì 19 novembre 2012

EUFORICA!!

Ok, vi avverto che questo post è frivolo e che lo scrivo solo per scrivere, quindi potete anche chiudere la finestra.
Solo che oggi sono...felice!! La giornata procede bene!!!
Alla prima ora mi chiama il prof d'inglese all'interrogazione. Concetti Preromantici e Romantici. NOOOO!!! Sabato prima ho guardato i video del concerto dei Muse a Bologna, poi ho partecipato ad un flash mob per la giornata del diritto allo studio, sono uscita con le mie amiche e infine sono andata all'opera con mia nonna a guardare Il Signor Bruschino di Rossini. Domenica ho dormito, ho letto, ho fatto l'archeologa in cerca di fossili con le mie nipotine per tutta la collina dietro casa (abbiamo trovato una bella stella marina) poi è arrivata mia nonna della quale era il compleanno e abbiamo festeggiato (anche se ad un certo punto del pranzo mi sono messa a dormire perché avevo ancora sonno...). Di sera ho letto un manga, e mentre facevo lo zaino quando ho controllato l'orario l'ho visto: inglese a prima ora!!! E se mi chiama????? Ma no, non mi chiamerà. E invece si!!! :(((
Era da una settimana che non aprivo libro. Quindi dico solo quello che mi ricordo...quando finisce con me il prof sembra annoiato. Mi metterà un sei scarso. Un seino di niente. A fine ora ci chiama tutti e tre. Ho una faccia da funerale. Il prof mi guarda e mi dice "Baf, sette e mezzo" Cooooome???? Non credo alle mie orecchie ma..si!!! :D
Ecco perché sono mooolto felice. Inoltre, stasera vado al cinema a vedere Breaking Dawn con A. e sua sorella. Ok, sento già la stima (;D) che avete per me scendere. Ma oggi voglio divertirmi. Anche in cose superficiali. Sono EUFORICA!!!!
Va bene, la smetto. A presto, e spero di essere un po' più sana di mente. ;)
  


venerdì 16 novembre 2012

Lei non c'era più. In quella piccola e spoglia stanzetta con i muri bianchi, che per tutti quei lunghi anni li aveva visti pranzare e cenare insieme, quella consapevolezza gli piombò crudelmente addosso. Il mondo si tinse di blu, un blu notte profondo, e un vuoto si creò in lui.
Si ricordava di quella passeggiata nel bosco, tanti anni prima, di come tenendola per mano si era sentito come se avessero potuto volare, spiccare un balzo e volare nel cielo, volare tra le nuvole finché non fosse scesa la notte stellata, e poi tornare in volo in quella casa, da quella finestra che ora guardava e che a quel tempo dava su un piccolo bistrot che aveva chiuso durante la guerra. 
Lei non c'era più. Non l'avrebbe mai più vista seduta alla sua sedia, mentre guardava la strada, fumando una sigaretta. Era un'abitudine che non aveva mai perso, anche nella vecchiaia. Non avrebbe mai più passato la serata seduto davanti a lei, a chiacchierare, ricordando la loro giovinezza, le loro gioie e quei momenti di piccole tenerezze che consistevano nel comprarle un mazzo di fiori per l'anniversario del loro matrimonio e nel dipingerla ogni volta che doveva disegnare un soggetto femminile.
Ora lei non c'era più, era diventata anche lei un ricordo, il dolce ricordo di una vita passata in compagnia dell'anima più bella che gli fosse stato concesso di conoscere, perché quando si ama veramente qualcuno tutto il resto impallidisce e svanisce.
Desiderò che venisse a prenderlo. Giovane e vestita di bianco come nel giorno del loro matrimonio, con i capelli neri sciolti sulle spalle e leggermente coperti da un velo, con il suo bouquet in una mano. Un'allegra melodia hiddish, quella che il violinista vestito con l'abito verde aveva suonato quel giorno, avrebbe aleggiato nell'aria. Lei gli avrebbe teso la mano, lui l'avrebbe presa. Sarebbero volati entrambi, come aveva desiderato quel giorno, tanti anni prima nel bosco, e lei abbracciandolo lo avrebbe portato sempre più in alto, nella notte blu e stellata.     

mercoledì 7 novembre 2012

La mia strada

Ciao a tutti! Inizialmente volevo postare qualcosa che ho scritto ieri dopo aver passato il pomeriggio a guardare un documentario che mi ha prestato il prof. di geografia astronomica, ma ho cambiato idea. Questa mattina, in aula informatica, ho passato tre ore a fare simulazioni di test d'entrata all'università. Ne ho fatti diversi, in beni culturali, lettere e filosofia, lingue straniere e scienze della comunicazione, facoltà che non farò mai ma volevo comunque provare il test per curiosità.
Sono molto soddisfatta della mia mattinata, perché finalmente ho capito qual'è la facoltà che davvero fa per me: beni culturali. Ci pensavo da un po', ma oggi ho deciso definitivamente. A parte il fatto che sono i test in cui riesco meglio (il minimo di risposte corrette sono state 26, il massimo 28 su trenta), mi sono resa conto che è proprio questo che voglio studiare, che mi piace e non rischia di annoiarmi: storia e storia dell'arte, il passato insomma, e magari qualche corso un po' specifico come la biblioteconomia (che spiega come si organizza una biblioteca). Mi sto già informando, ho contattato un'ex compagna di scuola di mia sorella che studia lì. Voglio sapere tutto. Ancora una volta mi rendo conto che mi sto proprio prendendo in mano. Ok, non mi ricordo se quest'espressione esiste anche in italiano, voglio solo dire che mi sto prendendo più cura di me stessa. Voglio cambiarmi in meglio, essere più matura, valorizzarmi. E questo passa anche per questa scelta, tenendo anche conto che c'è un obiettivo principale: finire il liceo! Finalmente. 

venerdì 2 novembre 2012

L'istante effimero

Sarà che questa sera mi sento un po' sola, ripensando al fatto che avrei dovuto divertirmi e invece sono qui, sull'autobus, mentre fuori piove, in questo leggero vestito gotico che nessuno ha visto. Non lo so. Ma quando entri nell'autobus (prima ti ho visto correre fino alla fermata per non perderlo), avvolto in un camice bianco con dei segni neri, travestito da scienziato pazzo, e ti siedi davanti a me, non riesco a staccarti gli occhi di dosso. Arrossisco, li abbasso, poi li risollevo e li abbasso di nuovo. E mi accorgo che tu stai facendo la stessa cosa. E' uno strano magnetismo, è come se ci sfiorassimo e ci allontanassimo in continuazione. Il cuore mi batte più forte, sento che dovrei fare qualcosa ma non so cosa. E poi, tutto finisce quando entrambi arriviamo al capolinea. Io mi alzo, tu ti alzi, poi ciascuno per la proprio strada. Non saprò mai il tuo nome, tu non saprai mai il mio, non ci rivedremo mai più. E' stato solo un istante effimero. Ma credo che ti ricorderò. Anzi, ne sono sicura. Rimarrà sempre il ricordo di questo strano magnetismo a cui non so dare un nome.