sabato 22 gennaio 2011

Fuga e libertà

A volte, vorrei fuggire, lasciare in qualche angolo di una strada il mio zaino rosso e camminare fino ad uscire dalla città, darmi alla macchia, consumare le suole delle mie converse. Spegnere il cellulare, essere irreperibile.
Uscire dal mondo. Stare sola. Non parlare per giorni e giorni. Non essere più una pedina consumatrice, non essere più in questa società di merda. Vagabondare. Andare da nonna un sabato, dirle "Ciao, esco con gli amici", e non farmi più vedere per un anno o due.

La gente parla sempre di libertà, libertà di vivere in un certo modo, senza essere comandati a bacchetta. Naturalmente, più vivi in un certo modo meno ti sembra libertà. Io? Beh, posso cambiare nel corso della giornata. Mi sveglio e sono una persona, e quando vado a dormire so per certo che sono un altro. E' come avere ieri, oggi e domani, tutti nella stessa stanza. Non si può dire quello che accadrà.
                                                                           Richard Gere in "Io non sono qui" di Todd Haynes

Oggi, ho il mio primo vero provino. Col cavolo!

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