mercoledì 18 luglio 2012

20 Whisper street- ep. 1


“Dai, Lily, lancia quella palla!”
La voce della mia sorellina mi distolse da quell'improvvisa fantasticheria che mi aveva posseduto guardando le nuvole in cielo. C'era un minuscolo buco tra l'una e l'altra, e stavo immaginando il raggio di luce solare che ne sarebbe uscito se in quel momento ci fosse stato il sole dietro alla nuvola. Feci più salda la presa sulla palla da baseball nelle mie mani e la tirai. Violet, dall'alto dei suoi sei anni, la centrò in pieno.
Siiiiiiiiii, sono il nuovo Joe Di Maggio!!!”
Mi rilanciò la palla, e si mise per l'ennesima volta in posizione da battitore.
Che tempo strano, quella settimana. Eravamo quasi alla fine di agosto, c'era un leggero vento fresco e il sole si nascondeva dietro a nuvole candide, ricomparendo per poco tempo quando meno te lo aspettavi. Quell'aria mi dava un senso costante di malinconia e di tensione. Era come se presentissi nel più profondo di me stessa che qualcosa di losco stesse per accadere.
Ma quel giorno, nonostante il clima, Violet voleva esercitarsi a baseball, e dato che ero da sola in casa per due intere settimane (mamma e papà, che lavorano insieme, erano in viaggio d'affari in Europa) avevo dovuto cedere. Che strazio!
Ora stavo lì in giardino a tirare palle sotto lo sguardo annoiato di Rose, l'altra mia sorellina, di tre anni. Ma perché diamine mi avevano lasciata lì da sola e non avevano chiamato la solita baby sitter? Ah sì...perché “ora hai diciott'anni e sei anche tu responsabile della famiglia”. Che schifo!
Inseguendo questi pensieri, feci cambio di ruolo con Violet e centrai male la palla, che finì per rotolare nella strada.
Ecco, brava, ora vai a prenderla tu!”
Lanciai uno sguardo inceneritore a Violet e le tirai la lingua. Il mio piercing alla lingua fece l'effetto che desideravo. La strada era deserta, non c'era nessun rischio. Mi mossi, superai la bici a quattro ruote di Rose e l'altalena e arrivai sul marciapiede.
E proprio in quel momento un paio di enormi ruote entrarono nel mio campo visivo e schiacciarono la palla da baseball. Rimasi gelata sul posto a fissare quella piccola porzione di spazio dove un tempo c'era la pallina che era appartenuta a mio nonno e a mio padre con sopra scritto “Original Red Sox”, un cimelio di famiglia ammirato da tutti e preso dall'armadio mezzora prima invece della palla da due soldi perché “tanto non gli succede niente”. Oddio, adesso ero proprio morta.
Alzai lo sguardo verso l'assassino. Era un camion dei traslochi. Camion dei traslochi?? Ma chi era lo scemo che veniva ad abitare a Ghostly Village? Dal nome agli abitanti, sembrava di essere in una cittadina di morti viventi!
Ma cosa ancora più assurda, il camion assassino si fermò giusto davanti a casa nostra. Dal finestrino si sporse un uomo magro sulla quarantina con in testa un berretto.
Scusa ragazzina, è questa Whisper Street?”
Ragazzina. Quell'uomo mi era già antipatico.
Si, e questo è il numero 18” risposi prevenendo la eventuale prossima domanda. “E non c'è nessuno che trasloca, a casa mia.”
Infatti a me non importa niente di casa tua. A me importa il numero 20.”
Mi voltai verso la casa accanto alla mia, stralunata.
Da che ne avevo memoria, quell'abitazione, così simile e al tempo stesso dissimile alla mia, era disabitata. Negli anni, il cartello con su scritto vendesi era stato sbiadito dalle intemperie, la siepe separante, curatissima dalla nostra parte, era invece nel peggiore degli stati dall'altra, e la casa stessa era quasi in rovina, con alcune tegole andate via dal tetto, alcuni vetri delle finestre rotti dalle sassate dei ragazzini che si divertivano a fare a gara a chi aveva il coraggio di avvicinarsi di più alla 'casa dei fantasmi', e, come se non bastasse, un rampicante che la divorava a metà. Eppure adesso qualcuno ci si trasferiva.
Il tipo dei traslochi avanzò un poco col camion. Io fissai la palla spiaccicata a terra, poi tornai nel mio giardino.
E la palla?” chiese Violet.
Eh...è caduta nella fogna.”
Meglio mentire. Dopo sarei uscita per toglierla dalla strada e distruggere le prove.
Oh, noooooo! È per questo che ci hai messo così tanto? Stavi provando a prenderla?”
Pensierosa, risposi solo quando mia sorella mi rifece la domanda.
No, stavo parlando con il tizio del camion.”
Del camion? Quale camion?”
Il camion dei traslochi che è passato prima e che ora è parcheggiato al numero 20.”
Ma non è passato nessun camion!!”
Si invece!”
No!”
Si!! Non ho le allucinazioni, vuoi che andiamo a controllare?”
La presi per il braccio e la portai sul marciapiede. Ma il camion era sparito.
Ecco hai visto? Soffri di allucinazioni, invece! Quando tornano dico a mamma e papà che hai ricominciato farti le canne!”
Non osare...!!!”
Stavo per darle uno schiaffo quando scappò a gambe levate in casa urlando: “Aiuto, aiuto, mia sorella mi vuole ammazzare!! Rose vieni con me!”
Sbuffai. Insopportabile, la bambina. Guardai di nuovo verso il numero 20. Ma dove diavolo era finito quel camion? Eppure...la palla da baseball schiacciata era lì, e per fortuna Violet non l'aveva vista. Non era stata un'allucinazione! Ma comunque, dov'era finito quel camion?   

9 commenti:

  1. Che bellooooo l'hai pubblicata! :'D
    Mi intriga molto, non vedo l'ora di leggere il seguito!
    Mi fa piacere che tu segua quella pagina, è molto carina, merita davvero ^^
    PS: mi sono accorta adesso che hai aggiunto il mio banner alla pagina dei blog amici! Prendo subito il tuo!

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  2. Grazie, sono proprio contenta!!! :3
    Pubblicherò il secondo episodio mercoledì prossimo. Grazie anche per il banner!! :D

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  3. Wow *-* mi piaceeeeeeeeee adesso sono troppo curiosa D:

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  4. Ma brava...è sei già riuscita a legarmi a te per le prossime puntate! Intrigante. Scrivi bene, sai? E adesso fino a quando ci tieni sulla graticola prima di regalarci la prossima pagina?
    A presto.
    Antonella

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    1. Grazie mille per i complimenti, sono proprio felice che ti piaccia!! Pubblicherò il prossimo episodio mercoledì, se ho internet, altrimenti venerdì prossimo, perché giovedì parto in Francia. Se vuoi puoi anche leggere quest'altra storia che avevo pubblicato qualche tempo fa: http://korepatin-whereismymind.blogspot.it/2011/11/il-cancello-era-sempre-li.html
      Buona lettura! :D

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    2. Andrò senz'altro a leggerla, se ci riesco già oggi. A presto.
      Antonella

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  5. Mi piace il classico della casa vicina "fantasma", ma la novità è il camion che scompare, di solito i vicini arrivano e sono molto strani... Non vedo l'ora di scoprire il seguito! =D

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    1. :DD La casa è ispirata ad una vera mezzo crollata che è vicino a dove abito...e che è stata cruciale nell'ispirazione per questa storia! :)

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